
Norita Ravazzolo nasce a Teolo il 18 luglio 1955 e vive a Correzzola, Padova
Sin da ragazza lavora nell'attività di famiglia, seguendo scrittura e poesia come mondo personale. Solo nel 2015 il suo sogno si concretizza nel Gruppo Artisti della Saccisica, con i suoi quaderni del "Quotidiano" sensibili versi per la vita, il prossimo, il sociale.
Pubblica: cuore nuovo, i fiori del mio giardino, l’amore, oltre…, conversando 17, e il prosimentro TUTTO L’AMORE E QUALCHE COSA ANCORA, nel febbraio 2018.
Nel gruppo saccisica partecipa agli ultimi quattro quaderni, terra e vita, il mare ed io, e alla biennale 2017 e 2019. Scrive favole per bambini, animate dai propri disegni che porta con le sue poesie nelle scuole, nelle piazze e nei mercatini: “la magia del volersi bene”. Si definisce: “ un sensibile compositore di parole”. Nel suo cammino di pittura, disegno e poesia pubblica come da Mostra: IMPRONTE POETICHE e LA POESIA SI MASCHERA
__________Poesie___________
Violetta Sveglierà il mattino questa opaca ancora chiusa luce aggrappata all’attesa nell’odore della paura Ricoprono fiori le pareti del mio giardino colmo di essenze delicate desiderio di intenzioni Coraggiosa la violetta nella secca terra ancora fredda non cede alla stanchezza e dona incanto intensa nel colore e nel suo effluvio s’avvolge completamente a dispensare fiducia siffatto il mattino alzatosi ora sorride. ________ La mia amata Ortensia Sobria dal carattere deciso distaccato bellezza senza tempo Regina sei d’ornamento ed eleganza riveli l’amore bianco di rimpianto in nuvole di fiori di un t’amo desiderio capriccioso nell’intenso blu in un rosa unico e solo Mia adorata Ortensia nell’amorevole ricordo mai dimenticato ora fiore del mio giardino compagna fedele canto muto di colore e vivacità sognante. _______ LASCIAVA LA TERRA Dio per noi non ha sprecato parole si è fatto crocifiggere ha lasciato ai suoi piedi sanguinanti una donna che non smise di baciarli mentre sul viso di lei passava un’ombra La guardava negli occhi come aggrappandosi in un fremito residuo di paura di pura gratitudine quel loro silenzio un’unica croce un unico orizzonte a restare Lasciata la terra una Madre si portò infine a morire per ricongiungersi al principio eterno grembo di Vita Ventre accogliente di una donna. Dedicata a tutti i morti che non hanno avuto carezza e preghiera vicino ________ UN GIORNO DI PASQUA Nel giorno di Pasqua si festeggia un Cristo morto ad una croce schernito deriso lasciato a patire Si fa festa perché a quel Cristo (egoismo o fede?) noi ci crediamo E’ risorto dopo tre giorni venuto dai morti, per consolarci per insegnare a perdonare. Quest'anno in casa siamo in pochi la mamma, e i nostri ragazzi. C'è la lasagna al forno, tante cose succulente e la colomba pasquale. Manderemo messaggini dal cellulare qualche saluto dalla finestra, non verrà nessuno a portare uova di cioccolata o vino da bere come augurio di prosperità. Ma la cosa che più ci rattrista, di questo assurdo melodramma (ma quale pazzo autore ne avrà scritto la trama?) è quel posto vuoto che mio papà, il nonno ha lasciato. Lui alla Pasqua ci teneva con tutti quei suoi ricordi, che ogni anno ci propinava. La Pasqua della povertà con poco tutto dal gusto di niente. Quando la preghiera e la fugassa riempiva la stanza. La Pasqua con i figli, le gite fuori porta con la nonna, sempre indaffarata ora che nella famiglia era entrata l'abbondanza. Ora da molti anni, Pasqua senza nonna ma tu, sempre arzillo con le scatolette delle pastiglie sempre vicine. Qualche barzelletta, i nipoti da viziare e ancora tanta voglia di raccontare, un po' più sconfusionata. Quella mattina avevi un po' di febbre faticavi a respirare. "Stai calmo papà! Ora ti portiamo all’ospedale." Ti hanno subito intubato ci hai guardati. "Mi viene in mente una cosa da dire." avrai pensato. E da quel mattino non ti abbiamo più parlato. Morto in croce e poi bruciato senza un saluto, senza darti un bacio. Trasportato su un camion e portato al camposanto. Non vogliamo oggi festeggiare, no perché ci mancano gli amici, ma ci mancano i tuoi ricordi, la tua risata subito dopo un pianto, come un buono che non è mai cambiato. Manchi! Così come i tanti tuoi amici che non hanno tardato ad arrivare in quel posto dove sei andato ad abitare. Buona Pasqua papà! Quel Cristo è risorto e noi crediamo che siete ancora qua. Lui attaccato a quel vecchio crocefisso che insegna tante cose e tu seduto qui con noi con quella faccia buona sorridente che ci mancherà. ________ Il contagio Vedo al di là della finestra la siepe di appena spuntate luccicanti foglioline vicino quel cespuglio di Viburno che mezzo morto e posato da un lato tende al cielo nuova vivacità e poi non vedo che questo grande silenzio surreale impadronitosi dei nostri quotidiani ora addomesticate parole ordine misura di gesti racchiusi Mi è difficile trovarne forse sono più quelle che non so trovare parole che potrebbero significare Arrivare ad una consapevole saggezza come ultima realtà che possiamo portare __________ Il sudario In tal modo il Cristo senza colpa condannato a morte inchiodato ad una croce si donò al mondo Il costato lacerato il respiro sempre più lieve a lasciare Così ora come te, Signore siamo caduti ai piedi della tua croce nudi senza più respiro il petto sanguinante che lentamente soffoca coperti da un lenzuolo bianco dove nessun bacio preghiera può toccare Ma lì in ginocchio alla tua croce nel tuo volto addolorato colmo d’amore una Madre nel silenzio più assoluto ci accoglierà. _____________ Distogliere lo sguardo da quei petali e portarmi a respirare odori delicati nuovi profumi... avvolgermi completamente di primavera, in ogni mia stagione. Respirai profondamente incontro ad un sentiero che offriva scorci sfarzosi, mentre affreschi infuocati in un fragrante profumo selvatico mi abbracciarono in morbidi colori dentro una distesa di cielo. Un enorme tristezza sentii ma mi rincuorava sapere, che una stagione che teme abbandono custodisce sì tanta bellezza, e si dona tra foglie cadute e tu, come madre, vestita d'autunno di forza e pazienza entravi dentro di me raggiungendo luoghi, dove non avrei mai potuto arrivare. __________ Ero passata di qua un paio di secoli fa ma non erano i giorni né i riflessi della luce, che ora illumina i tuoi occhi ritrovati. Il bacio rimasto dentro spine e serrate labbra adesso sono mani sul viso, in uno scomparto segreto dove nessun luogo come ora, ci ritrova affamati d’amore. __________ I nuovi poveri siamo noi infelici. Di un degrado crescente, responsabili del male. Siringati drogati internettati whatsppati soli invidiati isolati. Strutture di peccato ludopatia nomofobia pornografia pedofilia. Mentre il cielo dei diritti... resta a guardare migrati assiderati o uccisi, saranno la coscienza del sciupato. La nuova ricchezza nei nuovi poveri e soli... sarà l'arricchimento umano, nella sensibilità dell'azione. __________ … pianse, a non accorgersi! Il dipinto gettato il profumo del tinto saliva lasciato dimenticato steso nell'agro profondo da essere tutto e nulla allo stesso tempo per un Amore nuovo descritto infinitamente bello d'anima e sapienza ma l'ingiusto sollevando gli occhi con tremendo dolore vide il male fatto... l'acqua la terra l'aria più non respiravano. Lontano nascosto implorò. __________ Non è come sembra quel giorno il cielo non aveva lo stesso colore e nemmeno conteneva così poche ore. Non è come sembra! Le tue mani sul volante il pensiero distante, ammiccante... la tua musica sparata a volume rimasta stretta, in un dolore intenso... in fondo al petto. Poi immobile… si è rotto il silenzio. Ma non è come sembra! Hai cercato di comprendere la scena, e di quel cielo, motivo di tanta luce. … Quel cielo, grande da caderti addosso con tutte le sue stelle, e la tua musica che saliva a toccarle. Hai coperto il viso con le mani, questo è un giorno infinito, hai pensato… non mi lascerò morire. A Florio, al mio incantatore. La tua maga e strega preferita... __________ Più tardi quella notte tardai ad addormentarmi. Ciò che era stato grave, solo un groviglio di emozioni mi teneva unita, su tutte le grida che ti gettai addosso... tu mutato, non capivi il mio stento. Nel silenzio della stanza sentii i tuoi passi addietro uscire… echi mentre non più amore risuonava. Nell’intrico vidi paesaggi a stabilire nuove certezze e solo all’alba … profumi. | Il semplice dono di un fiore Nato in mezzo al grano tra spighe forti e profumate fiammanti odorose di pane e di erba alta e rigogliosa nel silenzio impreziosito dal tuo cuor leggero che tra i capelli lascerà la sposa la promessa di sorrisi e sguardi a regalare il suo domani Purezza il tuo colore tenue tintinnabolo dono semplice che nel campo rasserena e conosce fragilità quando il sole giunge a irritare. ________ Piccole margherite Ho incontrato in quella breve assaporata passeggiata spontanee margherite e come l’arrivata stagione risvegliavano nell’ammiccante loro “m’ama o non m’ama” in proposti petali desiderio di sorriso delicatezza che avvolge. Aggrapparmi a quel semplice fiore raccolto mi inteneriva e ritornando verso casa tra gli alberi un cenno di sole sentii accarezzarmi sino al cuore. _______ LA VITA NUOVA La paura della nostra nudità in questo incerto non possiamo nasconderla dobbiamo rinascere con franchezza Riprendere la nostra naturalità toccare con le mani la terra sentirne l’odore e la fatica guardare al mare alle sue creature sostenere il Creato Al sorgere del sole seminare eque parole e quei nostri solchi sul viso segnati siano progetti al di là di ogni sconfitta e perdita lasciando al male quella luce stanca e rivedere i nostri luoghi come nuovo principio Desiderare di farne parte e nel sapore amaro della vergogna lasciata recuperare amore e rispetto Un dovere un privilegio una Vita nuova. _________ La compassione Quanta tenerezza goccia dal cuore la compassione è un pianto che viene dall’amore Sono capace di piangere, Signore? Piangere con te? Sentirmi felice portando me stesso fuori dal buio fare mitezza del dolore delle debolezze verso ogni fratello al di la di ogni paura del nostro dolore così uguale così simile Lasciare ricchezze per un fiore un vento di speranza ascoltare il nostro coraggio all'interno di uno sguardo ad occhi che supplicano che ti guardano e sanno toccarti donarsi con compassione dietro ad una maschera di umanità Immagino una piccola luce in questa oscurità questo Uomo che ci insegna ad amare Sì… dentro quella piccola luce ci porterà sicuri verso il domani. _________________ E mi chiesi… Dove vive il vento? Tirò indietro i capelli... li annodò. Amava quel vento forte, gli entrava dentro fino a farle muovere il cuore, a spazzare via i cattivi pensieri. Sentiva freddo ma la sua voce, meno di un sussurro la stava accarezzando fino in fondo all'anima, per non sentire tutto quel male. Dove vive il vento? Se lo chiedeva spesso e chiudendo gli occhi come a farsi cullare... leggera, ascoltò ... quel vento, viveva nelle sue emozioni. Sentì lunghi brividi, sciolse i capelli e pianse. __________ Fiori di Romania Da quanto sono chiusa in questa stanza, le braccia a stringermi come a sentire il vostro corpo. Tanti pensieri, uno sull'altro... quell'espressione cupa che non allontano dagli occhi, i palmi sudati a tenere forti le mani per non volerci lasciare, ed è così difficile partire! Da adesso, già vi aspetto e mi mancherà quel vostro crescere, quel viso bambino che trovo più uomo ad ogni ritorno. Il vostro profumo è rimasto dentro questi fiori che mi avete stretto al petto. Nostalgia della nostra terra, aroma di erbe selvatiche, amare lacrime come petali che un forte vento dal loro fiore, disperde. __________ Il cuore trattiene solo l'amore come un grande cielo abbraccia infinite stelle e vento spazza nuvole gonfie di neve mentre lampi di fuoco incendiano silenzi ...parla sussurra e prende tempo a seppellire ogni cosa, accarezzare nuovi sorrisi... sentore di terra e rose e più tardi nella notte per davvero... ricominciare come pioggia a battere. __________ Incontriamoci I bambini si assomigliano un po' tutti sono come palloncini… cuori colorati; sono trasparenti, salgono leggeri sopra ogni vento. Vento cattivo di ogni guerra di ogni fame di ogni violenza e povertà. I bambini hanno bisogno di gentilezza per fare grandi cose. Hanno bisogno di giocare, di sabbia tra le mani, per costruire un castello: per una regina, per un re. Per vivere i sogni del loro domani. Hanno bisogno di un ospedale vicino, hanno bisogno di una scuola per imparare, per imparare ad essere migliori migliori di quello che siamo diventati noi. Un vivere bambino che non porti differenza, che porti ad incontrarsi. Sin da una lontana foresta fino dentro al tuo paese. Un incontro del cuore di tenerezza di amore. __________ Non mi guardano più negli occhi “donna di nessuno” credi che mi dispiaccia, che i miei occhi, non si posino sulla vostra indifferenza? Sono ancora chiari trasparenti sono verdi come un prato a primavera e non si abbasseranno, mai. Lei non avrebbe voluto che mi lasciassi andare e per difendermi dal mio tutto o niente mi ha armata. “Fai quello che ti dirò! Hai fiducia in me? Non abbassare il tuo coraggio, e se un giorno non ti guarderanno più negli occhi, avranno perso il loro, di sguardo.” Sai, penso spesso alle colonie di gatti senza casa trovano riparo ovunque, e sanno scaldarsi e trovare cibo. Sanno essere aggressivi e diffidenti, solo per sentirsi protetti e cercano amore… amore… amore… A guardargli negli occhi, sanno gelare il sangue: sono sinceri, hanno occhi verdi e trasparenti come i prati incantanti. Non abbassano mai lo sguardo e pochi, sanno guardargli dentro agli occhi. __________ Quando guardi e guardi avanti qualcosa cambia fosse solo il colore di una foglia o il respiro di chi ti sta vicino si insinua una diversa anima e il decidere del dopo non ha più peso. E’ un bisogno tuo... come davanti ad una tela vuota di ricominciare ogni passo a rileggerti, senza mentirti ostinata a finire il tuo tempo, sfruttandolo in ogni suo istante e arrivare senza fiato dove inondata di gioia, ti cullerai bambina. __________ Tutto l'amore e qualche cosa ancora non smetterò... maledettamente sola, di cercare dentro un nuovo sereno, in un pianto che brucia in gola, nel lungo fiato che rialza, nel profumo forte di vaniglia imbrattata la mia stanza. Quell'odore di mare, di sole per farmi stare onestamente. Osservare alte pareti di pietre e fermarmi a sentire segreti senza indietreggiare così senza paura... restare. Mani di persone vere da amare a tenere nel cuore, per lasciare ogni cosa, ogni parola in un assurdo rifiuto a perdersi. Dentro i miei difetti l'onestà della mia città e nella mia fragilità, una forza che commuove. Quella madre con la sua bambina, camminano su cicatrici... di un amore profondo. __________ Vorrei dirti ogni giorno Buon Natale come un buongiorno che ha tanta voglia di dare. Scartocciare infiocchettati regali, scriverti bigliettini di poesie, guardare fuori se nevica, e vederti tra tanta gente, a far festa. Alberi alti che toccano il cielo carichi di luci colorate che si accendono dentro agli occhi dei bambini e tu, fanciulla, credere eternamente alle magie di fate ed elfi, di un omone grande e grosso, a chiedergli: “Cosa mi porterai? Ti aspetto, non scordarlo mai!” Vorrei dirti ogni giorno Buon Natale amica cara, senza la solita fretta, a fissare insieme lontano senza bisogno di essere coraggiose, o che vada tutto bene. Ma stretto diretto al cuore, ogni giorno il nostro vivere, sia un Buon Natale. _________ e dove non s’alzava il vento, a portare via pesante nebbia, penetrava tutta la mia amarezza. Troppo impegnata ad amare quando sui rami foglie gocciano giorni a consegnare all'eternità la giovane età, nel vano egoismo di possederla... e secche sulla pelle, vergogne e assillo. Sopra quelle morbide labbra protese, il tempo lascia, profumo lontano. Silenzio ascolta! Lento il respiro é appartenenza, nel tempo che resta a amare. | |